sabato 26 marzo 2011

Per l'energia senza scorie e radiazioni, per l'acqua come diritto, Noi diremo SI

Oggi 26 marzo 2011 si è svolta con partenza dalla stazione Termini di Roma il corteo per l'acqua pubblica diretto a piazza San Giovanni. Alla testa uno striscione con su scritto: "Due sì per l'acqua bene comune". Una mobilitazione a sostegno del referendum che il 12 e 13 giugno chiamerà gli italiani ad esprimersi sulla privatizzazione dell'acqua e sul nucleare nel nostro paese. Alla manifestazione hanno aderito le associazioni ambientaliste come il Wwf, Legambiente, la Costituente ecologista, l'Usb, la Federazione della sinistra, Sinistra critica, l'Italia del Valori ed i Verdi. Aderiscono anche diversi politici: Nichi Vendola, Paolo Ferrero ed Ermete Realacci. Presente anche il gruppo 'Sos rinnovabili' in rappresentanza dei circa 150 mila lavoratori e le oltre 2 mila imprese del settore.Una presenza politicamente trasversale, con sindaci di centrodestra e centrosinistra "fermamente contrari alla privatizzazione dell'acqua".  Le presenze in strada sono diverse migliaia. "Stanno arrivando 200 autobus da tutta Italia - dice Ciro Pesacane, del Comitato referendario per l'acqua pubblica - sono bus fatti da cittadini, che si sono autotassati e li hanno affittati a loro spese. Alla fine, vogliamo l'acqua e il sole, non vogliamo mica la luna". Capannori vuole bere l'acqua del sindaco", recita un cartello esposto da una ragazza arrivata apposta dalla provincia di Lucca. "L'acqua è sorella delle creature, non dei mercanti", recita un altro.
Una manifestazione dal volto civico con in prima linea associazioni, movimenti e cittadini e in cui le istanze pacifiste hanno trovato larga eco nello slogan "No alla nuova guerra del petrolio".

"Siamo qui in piazza sia per l'acqua pubblica, sia per il nucleare - spiega Fabrizio Aroldi, da Cremona - Al referendum dobbiamo votare si' contro il nucleare per chiedere scusa a tutti coloro che sono morti per questo veleno". "No alla guerra per l'acqua, per il petrolio e per l'uranio", recita il cartellone esposto da alcuni ragazzi "pacifisti" di Belluno. "Abbiamo fatto un lungo viaggio per sostenere questa piazza - racconta Marco, un ingegnere - Sono venuto con mia moglie e con i miei due figli, perche' questa battaglia e' per loro. Per il loro futuro".
Nel corteo tanti hanno dipinte sul viso gocce blu o portano enormi cappelli a forma di rubinetto o hanno rubinetti attaccati alla fronte. Un gruppo di ragazzi fa ondeggiare un lenzuolo celeste di 30 metri, "che rappresenta il bene piu' importante che abbiamo".


 "E' una grande manifestazione per democrazia, benessere e pace - dice dalla testa del corteo Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori - e' una battaglia dei cittadini". "Per la prima volta nasce, dal basso, un progetto politico riconosciuto dalla Costituzione - gli fa eco padre Alex Zanotelli - La speranza non puo' venire dalla politica".

In piazza della Repubblica, con bandiere verdi c'erano anche studenti libici e alcune delle hostess che incontrarono Gheddafi durante le visite in Italia. "No alle bombe umanitarie, s al dialogo", urlano, "l'Occidente vuole solo il petrolio libico". Agli studenti si sono unite alcune hostess italiane. "Sono stata tre volte in Libia, l non c'‚ tanta miseria, il popolo vive in una condizione normale. Dove Š stata finora la Nato nei riguardi degli eventi della Striscia di Gaza", osserva Clio, una delle ragazze che incontrarono il colonnello a Roma e che oggi si è vestita di nero "essendo in lutto per le vittime in Libia".

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