lunedì 23 maggio 2011

Nucleare si deve votare ancora e si vota il 12 giugno

In questo momento di confusione politica, le principali testate giornalistiche hanno titolato “Il Governo cancella il nucleare. Cambia la legge, stop alle centrali” e molti ora si chiedono se sia vero e se si debba ancora andare a votare il referendum sul nucleare

Nucleare si deve votare ancora

Si dovrà andare a votare il referendum sul nucleare? Per ora la risposta è SI. Lo scorso 20 aprile il Governo ha iniziato al Senato, l’iter legislativo per sospendere il nucleare allo scopo di evitare il referendum. Ad oggi sono ancora in vigore tutte le norme sul ritorno al nucleare poichè il decreto dovrà prima essere votato alla Camera e successivamente essere convertito in legge per produrre i suoi effetti.
Una volta attivo, la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi in merito e decidere se il nuovo emendamento è in linea con lo spirito delle richieste dei promotori del referendum e se quindi cancellare il quesito sul nucleare. La decisione dovrebbe arrivare tra il 20 e 30 maggio 2011 ed il risultato non è per niente scontato.
Quindi si, dovremo andare a votare il referendum.
Referendum sull'acqua ( 2 quesiti), sul nucleare, sul legittimo impedimento


Il bluff

Il Governo il 20 aprile 2011 con l’emendamento n. 5800 all’art. 5 del decreto legge 31 marzo 2011, n. 34 (decreto legge “omnibus“), ha iniziato l’iter legislativo per la sospensione del programma nucleare.

L’emendamento recita: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare“.

Se l’emendamento può essere considerato di fatto uno stop,il referendum avrebbe abrogato tutte le norme a riguardo. Se la Corte di Cassazione dovesse decidere di non effettuare il referendum, il Governo teoricamente potrebbe ripristinare quando vuole il decreto sul nucleare. In sostanza se ne riparlerebbe dopo il referendum sugli altri due temi: acqua e legittimo impedimento.

Il ministro Paolo Romani commenta così le ultime vicende: “Abbiamo rivisto l’impostazione sul nucleare data nel 2009 e rinviamo una decisione così importante ad un chiarimento complessivo in sede Europea“. “Il rientro nel programma nucleare” deciso dal governo nel 2009 “era coerente con un quadro ché è drammaticamente cambiato” dopo l’incidente in Giappone. “Coerenza vuole che la riflessione si trasformi nella revisione di quel programma”. Ed aggiunge “I cittadini sarebbero stati chiamati a scegliere fra poche settimane fra un programma di fatto superato o una rinuncia definitiva sull’ onda d’emozione assolutamente legittima ma senza motivi chiarezza”.

Il presidente Berlusconi invece dichiara: “L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare. Siamo assolutamente convinti che nucleare sia il futuro per tutto il mondo. L’energia nucleare è sempre la più sicura.”.
Con questa dichiarazione, si svelano forse i veri intenti del Governo: il recente emendamento mascherato come “ripensamento” sul ritorno al nucleare ha l’unico scopo di boicottare il referendum, riprendendo la scelta del nucleare dopo giugno.

Il Governo afferma che le recenti vicende Giapponesi hanno scosso profondamente l’animo del popolo italiano, non consentendogli di effettuare una scelta consapevole e lungimirante su di un tema così importante. E’ anche vero però che le firme contro il Nucleare sono state raccolte circa un anno prima delle vicende giapponesi per cui questa decisione vanificherebbe le decisioni dei cittadini firmatari e potrebbe essere inteso come un vero e proprio colpo di mano istituzionale alla decisione popolare.

Secondo l’opposizione il decreto camuffa anche una seconda verità: tolto il nucleare, il referendum perderebbe attrattiva. Senza ombra di dubbio questo quesito è più di tutti quello che tocca il cuore e l’anime degli italiani e muoverebbe moltissime persone alle urne, allontanando il pericolo del mancato raggiungimento del quorum (il 50%+1 dei votanti per considerare valido il referendum). Grazie alla cancellazione del quesito, potrebbero non esserci abbastanza italiani a votare il referendum, facendo così decadere i risultati sul Legittimo Impedimento e sulla Gestione dell’acqua.

Secondo noi di votoil12giugno.it, a prescindere dalla decisione della Corte di Cassazione, dovrebbero scegliere e quindi recarsi alle urne a votare tutti i temi referendari.

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