domenica 18 settembre 2011

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Le Campane tibetane sono antichissimi strumenti musicali originari della cultura pre-buddista sciamanica bon po himalayana che regnava nell'antico Tibet, successivamente diffusesi in tutta l'Asia. L'areale di produzione è molto vasto e va dal Tibet all'India. Oggi vengono prodotte perlopiù in Nepal, (con un'antichissima tradizione nella regione del Thado) ma sono presenti e costruite anche in Cina, Giappone e Corea; quelle tibetane però restano le più ricercate per qualità e manifattura. Solitamente sono composte in una lega bronzea, ma le più preziose e quelle considerate migliori per quanto attiene al suono sono, secondo la tradizione, quelle composte da una lega che comprenda i sette metalli planetari: argento per la Luna, ferro per Marte (e meglio se di origine meteoritica), mercurio per l'omonimo pianeta, stagno per Giove, rame per Venere, piombo per Saturno ed oro per il Sole. La lega può comunque arrivare a ricomprendere fino a 12 metalli. Le Campane tibetane sono tipiche campane statiche o a terra. A differenza delle campane tradizionali la campana tibetana non viene infatti appesa capovolta e il batacchio non è interno e a pendolo, ma manuale ed esterno: la campana viene suonata colpendola e/o sfregandola con il percussore sul bordo esterno. Il suono di questi strumenti corrisponde ad una lunga vibrazione poliarmonica. Questa caratteristica le ha rese molto usate per fini religiosi, per i riti e le meditazioni, visto l'effetto psicotropo che il suono vibrante ha sulla mente umana. Una piccola campana tibetana A seconda della foggia se ne distinguono diversi modelli (tibetana, indiana, bengalese, manipuri, Assam). Ne esistono anche di incise con decorazioni (conosciute generalmente come nepalesi). Le campane migliori presentano una "risonanza base" (il timbro) e da uno fino a tre "sovratoni". Solitamente il suono di base è quello determinato dalla percussione, mentre i sovratoni emergono durante lo sfregamento circolare. Incide molto sulla bontà e qualità del suono la lavorazione: una campana ben lavorata e priva di difetti, con base liscia e ben strutturata garantirà un suono uniforme e prolungato. Si parte da una lastra di metallo e, attraverso varie fasi (fusione, battitura, forgiatura, lucidatura) si arriva al prodotto finito. Una buona campana può richiedere un'intera giornata di lavoro. Sulla qualità del suono incidono diversi fattori insieme: dimensione, numero dei metalli e loro percentuale, foggia, peso. Generalmente più la campana è grande e svasata più il suono risulta grave (e ha azione sui chakra "bassi") e viceversa. Le dimensioni ed il peso delle Campane tibetane possono variare da pochi centimetri di diametro ed un centinaio di grammi di peso fino a oltre 30 cm. di diametro, raggiungendo alcuni esemplari anche pesi di alcuni chilogrammi. Le campane possono essere utilizzate come meditazione sonora, e possono avere anche una valenza terapeutica: il cosiddetto massaggio sonoro consiste nell'adagiare le campane sul corpo della persona da trattare, in corrispondenza dei chakra, e provocarne la vibrazione. Il principio è quello della risonanza/consonanza: il suono si espande con movimenti circolari, che agiscono sui blocchi energetici agevolandone lo scioglimento. Per quanto attiene agli strumenti di percussione, vengono utilizzati dei bastoni cilindrici, rivestiti solitamente di pelle di camoscio, la cui misura varia di molto a seconda delle dimensioni della campana. Vengono inoltre utilizzati dei percussori come quelli che si utilizzano per i gong, con il manico in legno o legno di bambù e la testa in legno con rivestimento di lana cotta. In occidente si è registrato un crescente interesse verso le campane tibetane, a partire dagli anni '80, anche ad opera di Peter Hess, ingegnere e fisico austriaco, fondatore dell'Istituto per il massaggio terapeutico con le campane, che da anni trasmette le sue conoscenze attraverso seminari e corsi, e come il musicista tedesco Georg Deuter, che ha pubblicato due album con protagoniste assolute le Campane tibetane (Nada Himalaya, 1997 e Nada Himalaya 2, 2005). Dall'area tedesca, le campane si stanno diffondendo anche nel resto d'Europa. In realtà le vere campane tibetane sono realizzate solo con 7 metalli miscelati tra loro con una tecnica purtroppo andata persa dopo le persecuzioni dei monaci a cura del regime cinese. Una importante università Canadese, in collaborazione con monaci residenti in Nepal, ha cercato di ricostruire la tecnica di forgiatura delle campane ma, pur riuscendo a miscelare i materiali, non sono riusciti a capire con quale tecnica le campane venivano battute per registrare i timbri senza che queste si rompessero. Pertanto le vere ed uniche campane tibetane presenti sulla terra sono solamente quelle forgiate prima della persecuzione ad opera del regime Cinese. Le campane che vengono fabbricate oggi di solito contengono solo 5 metalli, comprese quelle forgiate a macchina nella fabbrica aperta da P. Hess in Nepal. Le differenze sono visibili anche dai colori, dai timbri ma soprattutto dalla "tenuta" della vibrazione, che in una vera campana tibetana è molto più lunga. Il fatto poi che le campane contenessero esattamente 7 metalli è perfettamente in sintonia con lo spirito per le quali sono state create, infatti le note musicali fondamentali sono 7 come i chakra ed i metalli planetari.

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