sabato 3 settembre 2011

Che cos'è l'erba?

Walt Whitman

Ogni tanto mi prende questa vena poetica, questa angolazione della vita che attraverso i versi di poeti, ci fanno vedere le cose da un altro lato, questa voglia di poesia che ogni tanto mi porta a diventare allo stesso modo un poeta del nostro tempo.
Ed ora mi affiora alla mente questa poesia "Che cos'è l'erba"  letta e riletta nei tempi lontani, quella dello Zio Walt Whitman e la riprendo quindi dal cassetto per farla riaffiorare in digitale a disposizione di tutti, perché tutti possano assaporarla





Che cos'è l'erba? mi chiese un bambino,
   portandomene a piene mani;
Come potevo rispondergli? Non so meglio di lui che
   cosa sia.
Suppongo che sia lo stendardo della mia vocazione,
   fatto col verde tessuto della speranza.
O forse è il fazzoletto del Signore,
Un ricordo profumato lasciato cadere di proposito,
Con la cifra del proprietario in un angolo sicché
   possiamo vederla e domandarci di Chi può
   essere?

O forse l'erba stessa è un bambino, il bimbo generato
   dalla vegetazione.
O un geroglifico uniforme
Che voglia dire, crescendo tanto in ampi spazi che in
   strette fasce di terra,
Fra bianchi e gente di colore,
Canachi, Virginiani, Membri del Congresso, gente
   comune, io do loro la stessa cosa e li accolgo
   nello stesso modo.
E ora mi appare come la bella capigliatura delle
   tombe.
Ti userò con gentilezza, erba ricciuta,
Forse traspiri dal petto di giovani uomini,
Che avrei potuto amare, se li avessi conosciuti,
Forse provieni da vecchi, o da figli ghermiti appena
   fuori dai ventri materni,
Ed ecco, sei tu il ventre materno.
Quest'erba è troppo scura per uscire dal bianco capo
   delle nonne,
Più scura della barba scolorita dei vecchi,
È scura per spuntare dal roseo palato delle bocche.
Oh nonostante tutto io sento il parlottio di tante
   lingue,
E comprendo che non esce dalle bocche per nulla.
Vorrei poter tradurre gli accenni ai giovani morti, alle
   fanciulle,
Gli accenni ai vecchi e alle madri, ai rampolli ghermiti
   ai loro ventri.
Che cosa pensate sia avvenuto dei giovani e dei
   vecchi?
E che cosa pensate sia avvenuto delle madri e dei
   figli?
Vivono e stanno bene in qualche luogo,
Il più minuscolo germoglio ci dimostra che in realtà
   non vi è morte,
E che se mai c'è stata conduceva alla vita, e non
   aspetta il termine per arrestarla,
E che cessò nell'istante in cui la vita apparve.
Tutto continua e tutto si estende, niente si annienta,
E il morire è diverso da ciò che tutti suppongono, e
   ben più fortunato.

©  Walt Whitman 


Dalla sua opera provengono i celebri versi del film ”Attimo Fuggente” recitati da Robbie Williams "O capitano! Mio Capitano!"



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