stralcio di un articolo de La Stampa:
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Foto di Radiocodaritorta in Copyleft: Licenza Creative Commons 3.0 |
Come mai crollano le Dolomiti? si domanda la gente. Sarà il caldo, sarà
l’effetto serra? In questo caso abbiamo delle risposte. La prima è di
natura strutturale, perché le Dolomiti sono tanto belle quanto tenere e
inconsistenti, delle fragili scogliere coralline proiettate
provvisoriamente nel cielo. Ogni strapiombo è il risultato di un vecchio
crollo, le guglie, le torri e i ricami di roccia sono fantastici
effetti dell’erosione. La seconda risposta attiene all’estate che sta
per finire, o meglio a quei dieci giorni roventi di agosto che
probabilmente hanno intaccato il permafrost anche a tremila metri di
altezza e sui versanti più freddi esposti a Settentrione. È come se,
sciogliendo lo strato di ghiaccio in profondità, fosse venuto a mancare
il collante che teneva insieme la struttura rocciosa.
L’intensificarsi delle frane sulle Alpi dovrebbe comunque farci
riflettere sulle conseguenze del riscaldamento globale: forse la nostra
civiltà è attrezzata per contrastare il freddo con la tecnologia, ma
siamo drammaticamente inermi di fronte al caldo che sgretola le rocce e
scioglie i ghiacciai. La Terra ha la febbre e le montagne sono i
termometri che la misurano.
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