domenica 16 marzo 2025
Disoccupate le strade dai sogni - un album con un messaggio ancora attuale
sabato 1 febbraio 2025
Il Sentiero delle Abbazie
𝑰𝒍 𝑺𝒆𝒏𝒕𝒊𝒆𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝑨𝒃𝒃𝒂𝒛𝒊𝒆:
"𝑼𝒏 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒐𝒓𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂, 𝑵𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒆 𝑭𝒖𝒕𝒖𝒓𝒐"
Ecomuseo Vettabbia Fontanili
Un
futuro così è esattamente quello che vorremmo vedere: un futuro in cui
il paesaggio si intreccia con la storia, in cui la natura si riappropria
dei suoi spazi senza escludere l’uomo, ma accogliendolo in un
equilibrio sostenibile.
Il
Sentiero delle Abbazie è molto più di un percorso.
È un'esperienza che
attraversa il tempo e lo spazio, unendo spiritualità, cultura e
benessere. Si snoda lungo le antiche abbazie della pianura lombarda,
seguendo il ritmo lento della natura e delle tradizioni. È un progetto
vivo, che respira, cresce e attira.
Qui,
ciclisti, escursionisti, pellegrini e semplici amanti delle passeggiate
trovano il loro spazio. Chi pedala lungo il sentiero scopre il piacere
di una mobilità dolce, chi cammina tra le abbazie si immerge nella
storia, chi esplora i fontanili e la Vettabbia osserva la bellezza di un
ecosistema recuperato.
Ma non è
solo bellezza e relax. Il Sentiero delle Abbazie porta con sé anche
nuove opportunità economiche: agriturismi, botteghe locali, punti di
ristoro, guide escursionistiche. L’indotto generato dal turismo
sostenibile crea un’economia circolare che valorizza il territorio senza
snaturarlo.
E poi c’è l’aspetto
ambientale: ogni pedalata è un’auto in meno, ogni camminata è un segno
di rispetto per la terra. Il sentiero non è solo un percorso, ma un’idea
di futuro: più verde, più consapevole, più connesso con le radici e le
persone.
Un progetto come questo
non si limita a esistere, ma cresce, evolve e ispira. E in fondo, non è
proprio questo il segreto di ogni grande viaggio?
Il
sentiero è già tracciato, percorribile, non è ancora meraviglioso come
in questa foto, ma è quello che ci auguriamo diventi. Percorrerlo è
meraviglioso.
Parte da Porta Romanza, va verso Chiaravalle, il Parco Gustavo Hauser, Viboldone, Cascina Cantalupo, Opera per concludersi a Chiaravalle. Un percorso ad anello, tutto tracciato. Tutte le informaioni sul sito ufficiale di Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili
domenica 26 gennaio 2025
Olive Tree - Peter Gabriel
E subito viene in mente un albero di olive. L'ulivo.
Ma cosa vorrà dirci Peter Gabriel in questo brano ?
Esaminiamo il testo, tradotto in italiano:
Nella nebbiosa notte argentata
I miei occhi cadono a terra
Sento che prende vita
Nei semi che spingono fuori dal suolo
Una nuova vita si intreccia tra le spirali
Niente fermerà questo movimento
Ero distante da tutto
Con la testa tra le nuvole
Senza orecchie per ascoltare
Senza luce che raggiungesse i miei occhi
Là cresce il fungo
Ancora legato al passato
Per la fusione del mondo solido
Il cambiamento arriva rapido
E, oh
Ho l'acqua che mi cade addosso
E mi sta svegliando
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Riscaldando tutte le mie ossa
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Che porta ogni cellula alla vita
Collegando tutto, punto per punto
E siamo tutti qui, proprio uguali
Cercando di dare un senso a tutto ciò
A dove sto andando ora
E a come tutto si incastra
Nel quadro più grande delle cose
E scivolo nelle onde
Lasciando la terra alle spalle
Sto entrando in un altro mondo ora
Là c'è lo squalo che si muove tra le canne ondeggianti
Predatore e preda definiscono i loro bisogni
Niente fermerà questo schema
Ero distante da tutto
In un mondo tutto nostro
Abbiamo perso ogni connessione
Con il luogo da cui siamo cresciuti
Ma qui, in questo casco
Posso leggere altre menti
E scansionare ogni pensiero
Tutta l'energia che riesco a trovare
E, oh
Ho l'acqua che mi cade addosso
E mi sta svegliando
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Riscaldando tutte le mie ossa
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Che porta ogni cellula alla vita
Collegando tutto, punto per punto
E siamo tutti qui, proprio uguali
Cercando di dare un senso a tutto ciò
A dove sto andando ora
E a come tutto si incastra
Nel quadro più grande delle cose
L’acqua cade su di me
Sta svegliando il mondo
L’acqua cade su di noi
Cadendo dalla testa
Cadendo dalla testa
Cadendo dalla testa
Oh
Ho l’acqua che mi cade addosso
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Ho l’acqua che mi cade addosso
L’acqua che mi cade addosso
PREMESSA
Peter Gabriel, nei suoi testi, spesso intreccia riflessioni sulla natura, la connessione umana, il cambiamento e il rapporto con il mondo. Questo testo in particolare sembra esplorare il tema della rinascita e della riconnessione: con sé stessi, con la natura e con il grande schema della vita.
Alcuni punti chiave del messaggio:
Rinascita e cambiamento:
L’immagine dei semi che germogliano, del fungo che cresce, dell’acqua che cade e sveglia il mondo rappresenta la forza vitale che si rinnova, nonostante tutto. È un inno alla resilienza e alla capacità della natura di rigenerarsi. Allo stesso tempo, l’acqua che "cade" su di lui diventa metafora del risveglio personale: qualcosa che scuote dal torpore e riattiva la consapevolezza.Connessione perduta e riscoperta:
Gabriel descrive una separazione iniziale: "Ero distante da tutto, con la testa tra le nuvole". Questo suggerisce un senso di alienazione dal mondo naturale e dagli altri esseri viventi, forse un richiamo alle conseguenze della modernità, che spesso ci isola dalle nostre radici. Ma, attraverso la riconnessione con gli elementi (acqua, sole, vento), c'è una riscoperta di un legame più profondo e universale.La ciclicità della vita e l’armonia naturale:
L’immagine dello squalo tra le canne che "definisce i suoi bisogni" non ha un’accezione negativa, ma piuttosto riconosce l’ordine naturale della vita, dove preda e predatore coesistono in un delicato equilibrio. Questo rafforza il messaggio che siamo tutti parte di un sistema interconnesso, in cui ogni elemento, per quanto piccolo o diverso, ha il suo ruolo.La tecnologia e il contatto mentale:
L'accenno al "casco" e alla possibilità di leggere altre menti sembra introdurre una riflessione sul ruolo della tecnologia: può alienarci, ma anche aiutarci a riconnetterci in modi nuovi e più profondi. Nonostante questo, rimane l'invito a non dimenticare le nostre radici naturali e biologiche.Un invito a vivere il presente:
La presenza degli elementi che "risvegliano" (acqua, sole, vento) ci riporta all'importanza di essere presenti nel momento, di sentire il mondo con i sensi e di apprezzare il nostro ruolo nel "grande schema delle cose". Gabriel invita a riflettere su come tutto si interconnette e su come ogni nostro gesto si inserisca in una trama più grande.
Messaggio complessivo:
Questo testo può essere interpretato come un invito a risvegliarsi da un'esistenza disconnessa, riscoprendo il legame con la natura, con gli altri esseri viventi e con noi stessi. È un promemoria che, nonostante la complessità del mondo moderno, esiste ancora un ritmo naturale che possiamo abbracciare per trovare equilibrio e senso. Gabriel celebra il cambiamento, la forza della vita e la necessità di armonizzarsi con il mondo per "capire il quadro più grande delle cose".
E poi che aggiungere ?
Certamente il video, l'idea del singlolo in versione bright Side e dark Side
L'idea del mettere a disposizione i suoi brani per poterci mettere sopra a piacere un video.
Infatti Peter ha lanciato questa idea: il 50:50
Il video che ne è uscito è super.
venerdì 24 gennaio 2025
Il traditore del sentiero
Il traditore del sentiero
Se fascio sei, lo porti scritto in fronte,
il segno è chiaro, inciso nell’orizzonte.
Ma chi ha sognato bandiere al vento,
e ora le calpesta, è smarrito dentro.
Tradire un ideale, sputare sul passato,
è un morso al cuore, un atto avvelenato.
Non c’è scandalo peggiore, non c’è ferita,
che vedere un uomo rinnegar la sua vita.
Con quale volto affronterà la folla,
quando il suo regno infine crollerà?
Quale spirito, quale anima vuota,
gli restituirà dignità ormai corrotta?
Le strade ricorderanno il suo nome,
non per gloria, ma per l’abbandono.
Un uomo senza radici, senza destino,
che il vento disperderà lungo il cammino.
venerdì 15 novembre 2024
E se l’approccio fosse sbagliato? Mettiamo il loro vestito. E se lo mettessimo davvero?
E se l’approccio fosse sbagliato? Mettiamo il loro vestito. E se lo mettessimo davvero?
Questa riflessione invita a un cambio di prospettiva profondo. Spesso ci scontriamo con situazioni o problemi convinti che il nostro approccio sia quello giusto, che la nostra visione delle cose sia quella oggettivamente valida.
Ma cosa accadrebbe se, invece di insistere, provassimo a indossare i "loro vestiti"? Non si tratta solo di empatia superficiale, ma di un reale sforzo di comprendere un’altra realtà, un’altra cultura, un altro punto di vista.Indossare il "loro vestito" significa vivere il mondo con i loro occhi, sentire le emozioni che provano, capire le motivazioni profonde che li spingono ad agire in un determinato modo. È un esercizio che richiede coraggio, perché ci mette di fronte a qualcosa di sconosciuto, e talvolta scomodo. Significa lasciare da parte i pregiudizi, le certezze e, soprattutto, il bisogno di avere sempre ragione.
Questo approccio non è debolezza, bensì forza. È un atto rivoluzionario che ci permette di abbattere muri e costruire ponti. Sul piano personale, può portare a relazioni più autentiche e significative. Sul piano sociale, ci avvicina alla soluzione di conflitti, alla creazione di dialoghi veri, in cui entrambe le parti sentano di essere ascoltate. Sul piano lavorativo, adottare questa mentalità può trasformare una semplice negoziazione in una collaborazione fruttuosa.
Ma c’è un passo ulteriore da considerare: "E se lo mettessimo davvero?". Qui l’invito è concreto: non basta immaginare, bisogna agire. Significa calarsi fisicamente e mentalmente in quella condizione, vivere esperienze che ci portino fuori dalla nostra zona di comfort. Un dirigente d’azienda che lavora fianco a fianco con i suoi dipendenti in produzione per capire le loro difficoltà. Un politico che passa del tempo nei quartieri più difficili per comprendere la realtà che vuole governare. Un cittadino che prova a vivere per una settimana senza le comodità a cui è abituato, per capire cosa significa affrontare la vita con meno risorse.
Quando mettiamo davvero il "loro vestito", smettiamo di giudicare e iniziamo a capire. Non significa necessariamente condividere ogni opinione o approvare ogni scelta, ma porta a una nuova consapevolezza: quella che la verità, spesso, non sta in una sola parte, ma in un dialogo continuo tra punti di vista diversi.
Allora, se l’approccio è sbagliato, mettiamo il loro vestito. Non per perdere la nostra identità, ma per arricchirla, per costruire un mondo in cui le differenze non siano barriere, ma opportunità di crescita e di innovazione.
@isssio
domenica 21 luglio 2024
Non potrebbero cambiare le cose senza le farfalle
In un piccolo villaggio incastonato tra le montagne, chiamato Floria, viveva una comunità di persone laboriose e felici. Floria era famosa per i suoi rigogliosi giardini fioriti, che attiravano turisti da ogni angolo del mondo. Tuttavia, i fiori non erano l'unico motivo di attrazione; era la presenza di migliaia di farfalle colorate che rendeva il luogo davvero magico.
Le farfalle, con le loro ali multicolori, danzavano sopra i campi di lavanda e girasoli, trasformando ogni angolo del villaggio in un quadro vivente. Gli abitanti di Floria erano molto orgogliosi delle loro farfalle e sapevano quanto fossero importanti per l'ecosistema locale. Ogni anno, durante la Festa delle Farfalle, celebravano l'arrivo della primavera e ringraziavano questi delicati insetti per il loro ruolo essenziale nella natura.
Un giorno, però, accadde qualcosa di strano. Le farfalle cominciarono a sparire. Ogni mattina, sempre meno farfalle si vedevano nei giardini, e presto l'assenza divenne evidente a tutti. I fiori cominciarono a perdere il loro splendore e l'atmosfera nel villaggio diventò cupa. I bambini, che prima correvano felici nei prati inseguendo le farfalle, ora sembravano tristi e confusi.
Il sindaco di Floria, preoccupato, convocò un'assemblea urgente. "Non possiamo continuare così," disse con voce grave. "Le farfalle sono il cuore pulsante del nostro villaggio. Dobbiamo scoprire cosa sta succedendo e riportarle a casa."
Tra la folla, si alzò una giovane ragazza di nome Lia. "Mio nonno mi raccontava sempre di una leggenda," iniziò con timidezza. "Diceva che le farfalle sono guidate da un antico spirito della natura, chiamato Lumeria. Se Lumeria è offesa o in pericolo, le farfalle scompaiono."
Decisi a risolvere il mistero, Lia e un gruppo di coraggiosi abitanti partirono alla ricerca di Lumeria. Attraversarono foreste, scavalcarono montagne e attraversarono fiumi, finché non raggiunsero una radura incantata, nascosta agli occhi dei più. Al centro della radura, trovavano un vecchio albero, il più grande e maestoso che avessero mai visto. Sotto le sue fronde, seduta su un trono di fiori, c'era Lumeria, una figura eterea con ali che brillavano come le stelle.
"Lumeria," disse Lia con rispetto, "il nostro villaggio ha bisogno delle farfalle. Senza di loro, i nostri giardini appassiscono e i nostri cuori si intristiscono. Cosa possiamo fare per riportarle a casa?"
Lumeria li guardò con occhi saggi e disse: "Le farfalle sono il riflesso dell'equilibrio della natura. Ultimamente, l'uomo ha disturbato questo equilibrio, disboscando foreste e inquinando i fiumi. Le farfalle sono andate via perché il loro habitat è in pericolo. Se volete che tornino, dovete prima guarire la terra."
Lia e gli abitanti promisero di fare tutto il possibile per proteggere e ripristinare l'ambiente. Tornarono a Floria e iniziarono subito a piantare nuovi alberi, ripulire i fiumi e creare nuove aree protette per la fauna. Pian piano, l'equilibrio naturale cominciò a riprendersi e, con esso, le farfalle tornarono.
I giardini di Floria rifiorirono e il villaggio ritrovò la sua gioia. Ogni anno, durante la Festa delle Farfalle, gli abitanti raccontavano la storia di Lia e di come avevano salvato il loro villaggio ascoltando la saggezza di Lumeria. E così, Floria diventò non solo il villaggio delle farfalle, ma anche un simbolo di rispetto e amore per la natura.
E da quel giorno, gli abitanti di Floria capirono che non avrebbero mai potuto cambiare le cose senza le farfalle.
venerdì 26 aprile 2024
Grande Partecipazione alla Manifestazione del 25 Aprile 2024 a Milano: Un Fiume di Persone che Invade la Città
domenica 21 aprile 2024
giovedì 3 dicembre 2020
M3 fino a Paullo, ma il PD nel 2017 voleva il BRT
Che inizino i cantieri, ma subito !
lunedì 4 maggio 2020
FASE2 - IL DECALOGO _ Appelli ai Comuni Italiani
Il decalogo per ripartire in sicurezza
Appello ideato da Bicipolitana Network - N>O>I - BIKEBEE
IL DECALOGO - Appello ai Comuni Italiani
Un colpo forte, di quelli che svegliano testa e cuore. E anche il dolore.
La scossa che solo quando ti viene graffiata l’anima puoi sentire.
Adesso è il momento delle scelte, quelle che l’amore può condurci a comprendere, ma che la vecchia economia potrebbe non volere.
Sta per iniziare il secondo tempo della partita della vita.
Stavolta saremo Noi gli arbitri dei nostri destini.
Bastano piccole grandi decisioni da prendere e da perseguire collettivamente.
Nessuno si salva da solo. Scendiamo in campo. Ora.
L’ Italia intera guarda alla fase 2, quella della ripartenza dopo il lockdown, con molta attesa e speranza. Si potrà ritornare ad una dimensione di socialità, mantenendo le distanze di sicurezza, e con la progressiva ripresa delle attività lavorative e un maggior numero di persone che si sposteranno nelle città e verso le stesse. I mezzi pubblici, e i servizi di bike sharing, car sharing, anche se verranno adottati degli accorgimenti, non garantiranno la necessaria sicurezza.
È arrivato il momento di considerare, per tutti l’utilizzo del solo mezzo di trasporto ecologico che ci garantisce di muoverci velocemente per i nostri spostamenti quotidiani, la bicicletta.
Ognuno deve avere una bicicletta o un monopattino elettrico oppure una cargobike, non solo per l’uso casa-lavoro, ma per andare a scuola, per andare a fare la spesa, per scoprire luoghi a noi vicini, irraggiungibili con qualsiasi altro mezzo di trasporto
Occorre pertanto ripensare gli spazi, con un ampliamento della rete ciclabile, ogni Comune deve garantire la connessione con il Comune confinante, le grandi arterie stradali devono essere ripensate e diventare delle ciclovie, con corsie dedicate alla bicicletta, con segnaletica smart che indichi la distanza tra un punto e l’altro del percorso, una rete di cartelli di Marketing Territoriale.
Ma chi può garantire che la bicicletta privata non sia rubata ? Occorre pensare da subito a sistemi di protezione innovativi, facili da applicare, con un sistema di tracciamento innovativo, con l’utilizzo di app che ci permettano di sapere in tempo reale dove si trova la nostra bicicletta.
Ci sono alcune associazioni che hanno pensato di punzonare la bicicletta con il codice fiscale, ma questo è un sistema primitivo, non garantisce la privacy, e per marchiare la bicicletta occorre recarsi in centri appositi e venire meno alle regole dettate dalla fase 2. Per punzonare la bicicletta, occorre senza ombra di dubbio avere incontri ravvicinati che non ci garantiscono di entrare in contatto con persone infette. La soluzione non può essere questa. Ogni cittadino deve poter mettere in sicurezza il proprio mezzo privato, in modo autonomo. Per fare questo è necessario agire dal basso, ogni nostro #BikePoint esistente sul territorio nazionale e altri che vorranno aderire, saranno dotati di accessori forniti da BIKEBEE per poter mettere in sicurezza la bici, il monopattino, la cargo-bike
È indispensabile in questa fase e anche nel futuro garantire agli esercizi commerciali, di poter riprendere la propria attività, incentivare quindi il consumo al chilometro zero.
Per la bicicletta privata è arrivato il momento di sostituirsi ai mezzi inquinanti, entrare pesantemente nel quotidiano e attuare quella rivoluzione che doveva essere compiuta da tempo e che grazie a questa fase post emergenza #coronavirus, non può più essere rimandata.
Abbiamo preparato un “manifesto”, in accordo con BIKEBEE, una start up Italiana innovativa con
10 punti per ripartire. un appello che Bicipolitana Network e BIKEBEE, rivolgono a tutti i Comuni Italiani
Diffondetelo, rendetelo virale,
I nostri sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi e resistenti. E i vostri ?
I nostri 10 punti
SCARICA IL DECALOGO
STAMPALO E /O INVIALO AL TUO COMUNEAiutaci a diffonderlo in tutti i Comuni d'Italia






lunedì 13 maggio 2019
PODCAST: Una città senz'auto... cosa ne pensa Bicipolitana Network ?
Mentre a San Donato Milanese si adottano solo provvedimenti che sembrano unicamente mirati a far cassa o così vengono percepiti dai cittadini e dai commercianti, ovvero la politica del fare con urgenza e velocità solo le strisce blu e frenare inspiegabilmente sulle altre misure che servono al Sud Est Milano, a Rimini l’uso di mobilita alternative viene incentivato con cartelli di marketing territoriale colorati, rastrelliere colorate, adesione al progetto nazionale #bikebee.
Immaginate di poter lasciare a casa l’automobile ed essere al sicuro su piste ciclabili manutenute con cura, pulite e spazzate, visibili e colorate. Utilizzare il mezzo più ecologico che esista e aver la certezza di poterlo legare in sicurezza con rastrelliere ogni 500 metri. Immaginate una città che disincentivi l’utilizzo delle auto in sosta per i non residenti e distribuisca equamente le strisce bianche e gialle insieme alle blu. Immaginate una città dove chi non vuole o non può usare la bicicletta sia incentivato a non usare l’automobile perché può utilizzare mezzi pubblici gratuiti. Questo è il succo dell’intervento fatto da Bicipolitana Network al termine della serata "CITTÀ SENZ’AUTO" organizzata dalla lista di opposizione San Donato Riparte.
Peccato che poi non siano state date risposte, a queste domande e suggerimenti, soprattutto in quanto tempo queste cose avrebbero potuto essere attuate.
L’incarico di concludere la serata è stato offerto, infatti, su un piatto d’oro all’assessore Gianfranco Ginelli, che prendendo il microfono si è seduto in mezzo ai relatori.
Le sue parole testuali sono che non c’è più tempo, faremo, adotteremo, ma come potete vedere anche voi nessun’altra azione correttiva è ancora iniziata dopo oltre un mese dalla realizzazione delle strisce blu, nessuna pista ciclabile esistente è stata manutenuta e ripulita, nessun nuovo mezzo pubblico ha iniziato a circolare.
A tal proposito, è stato detto che i mezzi pubblici esistenti sono più che sufficienti.
I fatti dimostrano ben altro, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini.
Le due velocità nel realizzare cose sono figlie di una politica che oggi è orientata solo a far cassa e non tiene conto delle esigenze rappresentate dai cittadini. Si racconta sempre che tutte le soluzioni alternative verranno realizzate ma non si definisce nessuna tempistica (quando?)
Lo ribadisce anche nei suoi interventi e nelle slides Marco Menichetti durante la presentazione di una città senza auto, usa spesso “far cassa”.
Lo dimostrano anche le bocciature dei commenti al Biciplan, redatte dalle associazioni e dalla Consulta per la Mobilità Ciclabile, dove l’assessore e Vice Sindaco Gianfranco Ginelli boccia in pratica i progetti innovativi sottoposti all’amministrazione e siglati già da un patto di collaborazione e da un Bilancio Partecipativo già in parte realizzato e pensato per essere modulare, portati avanti senza interessi da Bicipolitana Network. (#BIKEPOINT E #MARKETINGTERRITORIALE)
Nel nostro intervento ribadiamo la necessita di intraprendere la strada già adottata da alcune città europee, ovvero una città con mezzi pubblici gratuiti. Questo secondo noi si può fare, basterebbe essere fermi e decisi nell’ impedire che ogni azienda presente nel nostro territorio faccia circolare, inquinando, una navetta privata che porta solo i dipendenti dalla m3 di confine al posto di lavoro.
Tutto questo si può ascoltare nel podcast integrale registrato da RecSando/Bicipolitana Network e che rendiamo qui disponibile.
È chiaramente una politica, quella che oggi sta portando avanti questa amministrazione, che non va nella direzione di disincentivare veramente l’uso delle auto. È la politica del fare le cose a due velocità; strisce blu disegnate in una settimana e nessuna altra azione sopra descritta fa intendere che gli obiettivi che si vogliono raggiungere non siano quelli che tutti i cittadini stanno aspettando.
Le risposte monodirezionali e non aperte al confronto con i cittadini, la chiusura e la miopia di vedute e i progetti rimasti al palo da questa amministrazione comunale, non vanno nella direzione di realizzare una città a misura d’uomo, anzi sono un danno per tutto il sud est Milano e che impediscono ai nostri Comuni vicini di poter scegliere di lasciare a casa l’automobile, costretti ad usarla per carenza di mezzi pubblici di trasposto nel Sud Est Milano in tutte le fasce orarie.
Non ci piace quindi lo slogan di questa amministrazione che ama scrivere sui social con l’hastag #avanticosi. Questa politica delle parole e non dei fatti, di cose realizzate a metà non ci trova concordi.
Ci sembra trasparente e doveroso anche informarvi di quello che è avvenuto al termine della serata, al di fuori del Comune.
Al termine della serata alla nostra richiesta, rivolta a Ginelli, di chiarimenti sul perché si stia perdendo cosi tanto tempo per portare a termine il progetto BikepOint, già in vigore con un patto di collaborazione, frenato solo perché il commerciante che aderisce pur non pagando la tassa di occupazione del suolo pubblico e mettendo una rastrelliera a sue spese, DOVREBBE ESSERE RESPONSABILE CIVILMENTE QUALORA QUALCUNO SI FACESSE MALE INCIAMPANDO NELLA RASTRELLIERA, siamo stati letteralmente scaricati, dicendoci che non siamo collaborativi. Secondo lui se nel patto non è espressamente scritto, anche se la responsabilità civile in altri Comuni è a carico delle Amministrazioni Comunali, dovremmo rivedere il patto. Dopo quindi 700 giorni di lavoro gratuito portato avanti da Bicipolitana Network, per costruire un sistema di incentivazione all’uso della bicicletta, con vantaggi per i commercianti e mirato ad incentivare il consumo al chilometro zero siamo stati indirizzati all’ Assessore Francesco De Simoni. Il quale dopo la nostra richiesta di incontro, le nostre osservazioni scritte, risponde che non ha ancora avuto il tempo di leggerle e ci contatterà, chiedendoci scusa.
Ma ora ascoltatevi il podcast, è la parte finale la più interessante, i commenti fatti dal pubblico e la conduzione finale fatta da Ginelli.
Personalmente, trovo strano che in una serata di SDR, si sieda tra i relatori e prenda la parola un politico della maggioranza, il quale inizia a raccontare senza fornire risposte, togliendo tempo all’intervento finale di Marco Pagliotta, che a serata ormai conclusa, quando più nessuno tra i presenti si aspettasse che parlasse e inizia ad alzarsi dalle sedie della sala consiliare, prende parola per dire cose che nessuno saprà. (ci scusiamo con Marco Pagliotta per non aver registrato il suo breve intervento)
Noi vorremmo incontrare l’ufficio di SAN DONATO CONDIVISA ma consapevoli delle due velocità, quello che vorremmo aggiungere al nostro patto di colleborazione è che la responsabilità civile per le rastrelliere sia a carico totalmente del Comune di San Donato, e che il premio assicurativo sia pagato per sempre con i soldi ricavati dal piano sosta.
PODCAST
Bicipolitana Network - Fabrizio Cremonesi

Gli articoli di RecSando / Bicipolitana Network sono in linea grazie alle Convenzioni con gli esercizi commerciali che aderiscono al progetto #BikePoint La mappa interattiva dei #BikePoint presenti sul territorio, viene costantemente aggiornata [visita la #MapHub] Diventa #BikePoint, compila il modulo di adesione
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sabato 1 dicembre 2018
Noi vogliamo il BRT ... Bosco Rigenerativo Territoriale
Un Albero è caduto,
due alberi sono caduti,
tre alberi sono caduti,
100 alberi secolari sono caduti.
Un tempo danzavano nel vento,
non vedevano l’ora che arrivasse, per togliersi la polvere di dosso,
per ripulire le foglie.
Forti e robusti danzavano con i loro rami
e il fruscio rieccheggiava nella città
Ora è tutto piatto,
malattie croniche per mancanza di ossigeno
e innalzamento sopra ogni soglia consentita delle polveri sottili
Che bella è la vita,
giri le spalle per un attimo e BUUUUUUM
un fracasso abbatte gli alberi per costruire una strada a corsia preferenziale per farci passare un bus ecologico
che con il rotolamento delle gomme innalza polveri sottili.
Alcuni sono felici, si fanno chiamare ambientalisti,
guardano costi e benefici,
...ma lungo quella strada mai nessun albero verrà più ripiantato.
Ora siamo qui,
c’è speranza,
piantiamo 8 albicocchi,
curiamoli per bene,
permettiamo a loro di socializzare,
facciamo che intorno possano crescere tanti altri amici
iniziamo bene questa giornata,
festeggiamo il loro arrivo con un fiocco giallo,
prolunghiamolo di tronco in tronco,
cerchiamo lungo il percorso nuovi amici e arriviamo fino a Paullo.
Se tracciamo una lunga linea gialla,
tutti respireremo meglio,
di albero in albero noi arriveremo a Roma.