domenica 16 marzo 2025

Disoccupate le strade dai sogni - un album con un messaggio ancora attuale

"𝐃𝐢𝐬𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐞 𝐝𝐚𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢"


è il quinto album del cantautore italiano Claudio Lolli, pubblicato nel 1977. Questo lavoro rappresenta una profonda riflessione sulle tensioni sociali e politiche dell'epoca, offrendo una critica incisiva alla società italiana degli anni '70.
𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝘁𝗲𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗶
L'album nasce in un periodo di intensa agitazione politica in Italia, segnato da movimenti studenteschi e operai, nonché da una crescente disillusione verso le istituzioni tradizionali. Lolli, attraverso le sue canzoni, esplora temi come la repressione, la perdita dell'innocenza e la manipolazione mediatica. Il titolo stesso, "Disoccupate le strade dai sogni", suggerisce l'urgenza di liberare lo spazio pubblico dalle illusioni, invitando a una presa di coscienza collettiva.
𝐀𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐫𝐚𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐞
"𝗜𝗻𝗰𝘂𝗯𝗼 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝘇𝗲𝗿𝗼":
Questo brano affronta la morte di Ulrike Meinhof, co-fondatrice del gruppo armato tedesco RAF (Rote Armee Fraktion), e riflette sulle tensioni politico-sociali dell'epoca. Lolli utilizza la figura della Meinhof per esprimere l'angoscia e la confusione di una generazione alle prese con la violenza politica e la repressione.
"𝗜 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼":
La canzone si riferisce alla morte di Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua, ucciso durante scontri a Bologna nel marzo 1977. Lolli critica aspramente il ruolo dei media nel manipolare l'opinione pubblica e nel distorcere la verità, evidenziando come i giornali possano diventare strumenti di propaganda e controllo sociale.
"𝗟𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗱𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮":
In questo brano, Lolli esprime la sua delusione verso la socialdemocrazia, vista come un compromesso inefficace che tradisce le aspettative rivoluzionarie. La canzone denuncia l'inerzia e l'ipocrisia delle istituzioni politiche, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale per affrontare le ingiustizie sociali.
"𝗔𝗻𝗮𝗹𝗳𝗮𝗯𝗲𝘁𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲"
:Uno dei brani più incisivi dell'album è Analfabetizzazione, in cui Lolli affronta il tema dell’alienazione e della perdita di coscienza critica, che porta le persone a subire passivamente la realtà senza comprenderla veramente. Il testo denuncia una società che, invece di emancipare attraverso la cultura e la conoscenza, favorisce l'ignoranza funzionale, rendendo gli individui incapaci di leggere tra le righe del potere e di interpretare il mondo con autonomia di pensiero. Attraverso immagini forti e un linguaggio che oscilla tra l’amaro e l’ironico, Lolli descrive un processo di regressione intellettuale: l’analfabetizzazione non è intesa come semplice mancanza di istruzione, ma come un fenomeno sistemico che svuota di significato le parole, rendendole sterili e inoffensive. È una critica feroce alla società dei consumi, ai media manipolatori e alla cultura di massa che, anziché educare, intrattiene e distrae. Il brano si sviluppa come un monologo amaro e incalzante, un grido di protesta contro la passività collettiva. La voce di Lolli, dolente e graffiante, amplifica il senso di denuncia e disillusione. Il messaggio è chiaro: senza una vera consapevolezza culturale e politica, il sogno della rivoluzione diventa un’utopia irraggiungibile, soffocata dall'apatia e dalla retorica dominante
𝗦𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗺𝘂𝘀𝗶𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗽𝗼𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮
Musicalmente, 𝗹'𝗮𝗹𝗯𝘂𝗺 𝘀𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝗴𝘂𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗿𝗿𝗮𝗻𝗴𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗳𝗼𝗹𝗸 𝗮𝗹 𝗷𝗮𝘇𝘇, 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗻𝗳𝗹𝘂𝗲𝗻𝘇𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝘃𝗲.
Lolli combina testi poetici e impegnati con melodie evocative, creando un'atmosfera che riflette l'inquietudine e la complessità del periodo. La sua capacità di intrecciare narrativa personale e critica sociale rende questo lavoro un'importante testimonianza artistica degli anni '70 italiani.
L'album Disoccupate le strade dai sogni di Claudio Lolli è un'opera di grande rilevanza nella canzone d'autore italiana, caratterizzata da una profonda riflessione sociale e politica. Uscito nel 1977, in un periodo di forte tensione e trasformazione, il disco si inserisce perfettamente nel clima di contestazione dell’epoca, utilizzando la musica come veicolo di critica e consapevolezza. Lolli si fa portavoce di un disagio collettivo, denunciando l’oppressione ideologica, il conformismo e le promesse tradite di un cambiamento mai davvero compiuto. Il titolo stesso è emblematico: un invito a sgombrare le strade dai sogni irrealizzabili e dalle illusioni, per affrontare la realtà con maggiore lucidità e concretezza.
𝗜𝗹 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗹𝗯𝘂𝗺
In Disoccupate le strade dai sogni, Lolli non si limita a una critica sterile, ma invita alla presa di coscienza.
𝘓'𝘢𝘭𝘣𝘶𝘮 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘷𝘪𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘥𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘦𝘵𝘢̀, 𝘶𝘯𝘢 𝘯𝘢𝘳𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘮𝘢𝘳𝘢 𝘮𝘢 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘢, 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘱𝘪𝘯𝘨𝘦 𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘳𝘰𝘨𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘦 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘦. 𝘌̀ 𝘶𝘯’𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘰𝘨𝘨𝘪 𝘳𝘪𝘴𝘶𝘰𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢, 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘯𝘥𝘰𝘤𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢, 𝘪 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢 𝘦 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘵𝘢̀ 𝘳𝘪𝘴𝘤𝘩𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘪𝘭𝘭𝘶𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪.

sabato 1 febbraio 2025

Il Sentiero delle Abbazie

 𝑰𝒍 𝑺𝒆𝒏𝒕𝒊𝒆𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝑨𝒃𝒃𝒂𝒛𝒊𝒆:
"𝑼𝒏 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒐𝒓𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂, 𝑵𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒆 𝑭𝒖𝒕𝒖𝒓𝒐"

Ecomuseo Vettabbia Fontanili

Un futuro così è esattamente quello che vorremmo vedere: un futuro in cui il paesaggio si intreccia con la storia, in cui la natura si riappropria dei suoi spazi senza escludere l’uomo, ma accogliendolo in un equilibrio sostenibile.

Il Sentiero delle Abbazie è molto più di un percorso. 

È un'esperienza che attraversa il tempo e lo spazio, unendo spiritualità, cultura e benessere. Si snoda lungo le antiche abbazie della pianura lombarda, seguendo il ritmo lento della natura e delle tradizioni. È un progetto vivo, che respira, cresce e attira.

Qui, ciclisti, escursionisti, pellegrini e semplici amanti delle passeggiate trovano il loro spazio. Chi pedala lungo il sentiero scopre il piacere di una mobilità dolce, chi cammina tra le abbazie si immerge nella storia, chi esplora i fontanili e la Vettabbia osserva la bellezza di un ecosistema recuperato.

Ma non è solo bellezza e relax. Il Sentiero delle Abbazie porta con sé anche nuove opportunità economiche: agriturismi, botteghe locali, punti di ristoro, guide escursionistiche. L’indotto generato dal turismo sostenibile crea un’economia circolare che valorizza il territorio senza snaturarlo.

E poi c’è l’aspetto ambientale: ogni pedalata è un’auto in meno, ogni camminata è un segno di rispetto per la terra. Il sentiero non è solo un percorso, ma un’idea di futuro: più verde, più consapevole, più connesso con le radici e le persone.

Un progetto come questo non si limita a esistere, ma cresce, evolve e ispira. E in fondo, non è proprio questo il segreto di ogni grande viaggio?
Il sentiero è già tracciato, percorribile, non è ancora meraviglioso come in questa foto, ma è quello che ci auguriamo diventi. Percorrerlo è meraviglioso. 


 Parte da Porta Romanza, va verso Chiaravalle, il Parco Gustavo Hauser, Viboldone, Cascina Cantalupo, Opera per concludersi a Chiaravalle. Un percorso ad anello, tutto tracciato. Tutte le informaioni sul sito ufficiale di Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili

domenica 26 gennaio 2025

Olive Tree - Peter Gabriel

 

Olea Europea Olive Tree 3D model 

E subito viene in mente un albero di olive. L'ulivo.

Ma cosa vorrà dirci Peter Gabriel in questo brano ?

 Esaminiamo il testo, tradotto in italiano:

Nella nebbiosa notte argentata
I miei occhi cadono a terra
Sento che prende vita
Nei semi che spingono fuori dal suolo
Una nuova vita si intreccia tra le spirali
Niente fermerà questo movimento

Ero distante da tutto
Con la testa tra le nuvole
Senza orecchie per ascoltare
Senza luce che raggiungesse i miei occhi

Là cresce il fungo
Ancora legato al passato
Per la fusione del mondo solido
Il cambiamento arriva rapido

E, oh
Ho l'acqua che mi cade addosso
E mi sta svegliando
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Riscaldando tutte le mie ossa
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Che porta ogni cellula alla vita
Collegando tutto, punto per punto

E siamo tutti qui, proprio uguali
Cercando di dare un senso a tutto ciò
A dove sto andando ora
E a come tutto si incastra
Nel quadro più grande delle cose

E scivolo nelle onde
Lasciando la terra alle spalle
Sto entrando in un altro mondo ora
Là c'è lo squalo che si muove tra le canne ondeggianti
Predatore e preda definiscono i loro bisogni
Niente fermerà questo schema

Ero distante da tutto
In un mondo tutto nostro
Abbiamo perso ogni connessione
Con il luogo da cui siamo cresciuti

Ma qui, in questo casco
Posso leggere altre menti
E scansionare ogni pensiero
Tutta l'energia che riesco a trovare

E, oh
Ho l'acqua che mi cade addosso
E mi sta svegliando
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Riscaldando tutte le mie ossa
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Che porta ogni cellula alla vita
Collegando tutto, punto per punto

E siamo tutti qui, proprio uguali
Cercando di dare un senso a tutto ciò
A dove sto andando ora
E a come tutto si incastra
Nel quadro più grande delle cose

L’acqua cade su di me
Sta svegliando il mondo
L’acqua cade su di noi
Cadendo dalla testa
Cadendo dalla testa
Cadendo dalla testa

Oh
Ho l’acqua che mi cade addosso
Ho la luce del sole che mi scalda la schiena
Ho la brezza fresca sulla mia pelle
Ho l’acqua che mi cade addosso
L’acqua che mi cade addosso

PREMESSA
Peter Gabriel, nei suoi testi, spesso intreccia riflessioni sulla natura, la connessione umana, il cambiamento e il rapporto con il mondo. Questo testo in particolare sembra esplorare il tema della rinascita e della riconnessione: con sé stessi, con la natura e con il grande schema della vita.

Alcuni punti chiave del messaggio:

  1. Rinascita e cambiamento:
    L’immagine dei semi che germogliano, del fungo che cresce, dell’acqua che cade e sveglia il mondo rappresenta la forza vitale che si rinnova, nonostante tutto. È un inno alla resilienza e alla capacità della natura di rigenerarsi. Allo stesso tempo, l’acqua che "cade" su di lui diventa metafora del risveglio personale: qualcosa che scuote dal torpore e riattiva la consapevolezza.

  2. Connessione perduta e riscoperta:
    Gabriel descrive una separazione iniziale: "Ero distante da tutto, con la testa tra le nuvole". Questo suggerisce un senso di alienazione dal mondo naturale e dagli altri esseri viventi, forse un richiamo alle conseguenze della modernità, che spesso ci isola dalle nostre radici. Ma, attraverso la riconnessione con gli elementi (acqua, sole, vento), c'è una riscoperta di un legame più profondo e universale.

  3. La ciclicità della vita e l’armonia naturale:
    L’immagine dello squalo tra le canne che "definisce i suoi bisogni" non ha un’accezione negativa, ma piuttosto riconosce l’ordine naturale della vita, dove preda e predatore coesistono in un delicato equilibrio. Questo rafforza il messaggio che siamo tutti parte di un sistema interconnesso, in cui ogni elemento, per quanto piccolo o diverso, ha il suo ruolo.

  4. La tecnologia e il contatto mentale:
    L'accenno al "casco" e alla possibilità di leggere altre menti sembra introdurre una riflessione sul ruolo della tecnologia: può alienarci, ma anche aiutarci a riconnetterci in modi nuovi e più profondi. Nonostante questo, rimane l'invito a non dimenticare le nostre radici naturali e biologiche.

  5. Un invito a vivere il presente:
    La presenza degli elementi che "risvegliano" (acqua, sole, vento) ci riporta all'importanza di essere presenti nel momento, di sentire il mondo con i sensi e di apprezzare il nostro ruolo nel "grande schema delle cose". Gabriel invita a riflettere su come tutto si interconnette e su come ogni nostro gesto si inserisca in una trama più grande.

Messaggio complessivo:

Questo testo può essere interpretato come un invito a risvegliarsi da un'esistenza disconnessa, riscoprendo il legame con la natura, con gli altri esseri viventi e con noi stessi. È un promemoria che, nonostante la complessità del mondo moderno, esiste ancora un ritmo naturale che possiamo abbracciare per trovare equilibrio e senso. Gabriel celebra il cambiamento, la forza della vita e la necessità di armonizzarsi con il mondo per "capire il quadro più grande delle cose".

 

E poi che aggiungere ?

Certamente il video, l'idea del singlolo in versione bright Side  e dark Side

L'idea del mettere a disposizione i suoi brani per poterci mettere sopra a piacere un video. 

Infatti Peter ha lanciato questa idea: il 50:50 

Il video che ne è uscito è super.


 

 

 

 

 

venerdì 24 gennaio 2025

Il traditore del sentiero

 

Il traditore del sentiero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se fascio sei, lo porti scritto in fronte,
il segno è chiaro, inciso nell’orizzonte.
Ma chi ha sognato bandiere al vento,
e ora le calpesta, è smarrito dentro.

Tradire un ideale, sputare sul passato,
è un morso al cuore, un atto avvelenato.

Non c’è scandalo peggiore, non c’è ferita,
che vedere un uomo rinnegar la sua vita.

Con quale volto affronterà la folla,
quando il suo regno infine crollerà?
Quale spirito, quale anima vuota,
gli restituirà dignità ormai corrotta?

Le strade ricorderanno il suo nome,
non per gloria, ma per l’abbandono.
Un uomo senza radici, senza destino,
che il vento disperderà lungo il cammino.

venerdì 15 novembre 2024

E se l’approccio fosse sbagliato? Mettiamo il loro vestito. E se lo mettessimo davvero?

 

E se l’approccio fosse sbagliato? Mettiamo il loro vestito. E se lo mettessimo davvero?

Questa riflessione invita a un cambio di prospettiva profondo. Spesso ci scontriamo con situazioni o problemi convinti che il nostro approccio sia quello giusto, che la nostra visione delle cose sia quella oggettivamente valida.

Ma cosa accadrebbe se, invece di insistere, provassimo a indossare i "loro vestiti"? Non si tratta solo di empatia superficiale, ma di un reale sforzo di comprendere un’altra realtà, un’altra cultura, un altro punto di vista.

Indossare il "loro vestito" significa vivere il mondo con i loro occhi, sentire le emozioni che provano, capire le motivazioni profonde che li spingono ad agire in un determinato modo. È un esercizio che richiede coraggio, perché ci mette di fronte a qualcosa di sconosciuto, e talvolta scomodo. Significa lasciare da parte i pregiudizi, le certezze e, soprattutto, il bisogno di avere sempre ragione.

Questo approccio non è debolezza, bensì forza. È un atto rivoluzionario che ci permette di abbattere muri e costruire ponti. Sul piano personale, può portare a relazioni più autentiche e significative. Sul piano sociale, ci avvicina alla soluzione di conflitti, alla creazione di dialoghi veri, in cui entrambe le parti sentano di essere ascoltate. Sul piano lavorativo, adottare questa mentalità può trasformare una semplice negoziazione in una collaborazione fruttuosa.

Ma c’è un passo ulteriore da considerare: "E se lo mettessimo davvero?". Qui l’invito è concreto: non basta immaginare, bisogna agire. Significa calarsi fisicamente e mentalmente in quella condizione, vivere esperienze che ci portino fuori dalla nostra zona di comfort. Un dirigente d’azienda che lavora fianco a fianco con i suoi dipendenti in produzione per capire le loro difficoltà. Un politico che passa del tempo nei quartieri più difficili per comprendere la realtà che vuole governare. Un cittadino che prova a vivere per una settimana senza le comodità a cui è abituato, per capire cosa significa affrontare la vita con meno risorse.

Quando mettiamo davvero il "loro vestito", smettiamo di giudicare e iniziamo a capire. Non significa necessariamente condividere ogni opinione o approvare ogni scelta, ma porta a una nuova consapevolezza: quella che la verità, spesso, non sta in una sola parte, ma in un dialogo continuo tra punti di vista diversi.

Allora, se l’approccio è sbagliato, mettiamo il loro vestito. Non per perdere la nostra identità, ma per arricchirla, per costruire un mondo in cui le differenze non siano barriere, ma opportunità di crescita e di innovazione.

@isssio


domenica 21 luglio 2024

Non potrebbero cambiare le cose senza le farfalle

 


In un piccolo villaggio incastonato tra le montagne, chiamato Floria, viveva una comunità di persone laboriose e felici. Floria era famosa per i suoi rigogliosi giardini fioriti, che attiravano turisti da ogni angolo del mondo. Tuttavia, i fiori non erano l'unico motivo di attrazione; era la presenza di migliaia di farfalle colorate che rendeva il luogo davvero magico.

Le farfalle, con le loro ali multicolori, danzavano sopra i campi di lavanda e girasoli, trasformando ogni angolo del villaggio in un quadro vivente. Gli abitanti di Floria erano molto orgogliosi delle loro farfalle e sapevano quanto fossero importanti per l'ecosistema locale. Ogni anno, durante la Festa delle Farfalle, celebravano l'arrivo della primavera e ringraziavano questi delicati insetti per il loro ruolo essenziale nella natura.

Un giorno, però, accadde qualcosa di strano. Le farfalle cominciarono a sparire. Ogni mattina, sempre meno farfalle si vedevano nei giardini, e presto l'assenza divenne evidente a tutti. I fiori cominciarono a perdere il loro splendore e l'atmosfera nel villaggio diventò cupa. I bambini, che prima correvano felici nei prati inseguendo le farfalle, ora sembravano tristi e confusi.

Il sindaco di Floria, preoccupato, convocò un'assemblea urgente. "Non possiamo continuare così," disse con voce grave. "Le farfalle sono il cuore pulsante del nostro villaggio. Dobbiamo scoprire cosa sta succedendo e riportarle a casa."

Tra la folla, si alzò una giovane ragazza di nome Lia. "Mio nonno mi raccontava sempre di una leggenda," iniziò con timidezza. "Diceva che le farfalle sono guidate da un antico spirito della natura, chiamato Lumeria. Se Lumeria è offesa o in pericolo, le farfalle scompaiono."

Decisi a risolvere il mistero, Lia e un gruppo di coraggiosi abitanti partirono alla ricerca di Lumeria. Attraversarono foreste, scavalcarono montagne e attraversarono fiumi, finché non raggiunsero una radura incantata, nascosta agli occhi dei più. Al centro della radura, trovavano un vecchio albero, il più grande e maestoso che avessero mai visto. Sotto le sue fronde, seduta su un trono di fiori, c'era Lumeria, una figura eterea con ali che brillavano come le stelle.

"Lumeria," disse Lia con rispetto, "il nostro villaggio ha bisogno delle farfalle. Senza di loro, i nostri giardini appassiscono e i nostri cuori si intristiscono. Cosa possiamo fare per riportarle a casa?"

Lumeria li guardò con occhi saggi e disse: "Le farfalle sono il riflesso dell'equilibrio della natura. Ultimamente, l'uomo ha disturbato questo equilibrio, disboscando foreste e inquinando i fiumi. Le farfalle sono andate via perché il loro habitat è in pericolo. Se volete che tornino, dovete prima guarire la terra."

Lia e gli abitanti promisero di fare tutto il possibile per proteggere e ripristinare l'ambiente. Tornarono a Floria e iniziarono subito a piantare nuovi alberi, ripulire i fiumi e creare nuove aree protette per la fauna. Pian piano, l'equilibrio naturale cominciò a riprendersi e, con esso, le farfalle tornarono.

I giardini di Floria rifiorirono e il villaggio ritrovò la sua gioia. Ogni anno, durante la Festa delle Farfalle, gli abitanti raccontavano la storia di Lia e di come avevano salvato il loro villaggio ascoltando la saggezza di Lumeria. E così, Floria diventò non solo il villaggio delle farfalle, ma anche un simbolo di rispetto e amore per la natura.

E da quel giorno, gli abitanti di Floria capirono che non avrebbero mai potuto cambiare le cose senza le farfalle.

venerdì 26 aprile 2024

Grande Partecipazione alla Manifestazione del 25 Aprile 2024 a Milano: Un Fiume di Persone che Invade la Città

 


 
Più che una manifestazione, sono state due: due film, quello in piazza e quello fuori. In piazza le bandiere palestinesi in netta prevalenza, gli striscioni e gli slogan contro Israele, contro il Sindaco Sala, e gli spintoni tra ragazzini di seconda generazione ed esponenti della Brigata Ebraica. ( Notizia che invece è stata data come rilevante dai telegiornali. come se 4 coglioni potessero rappresentare quello che è avvenuto veramente in questa giornata.) Fuori, indietro, centomila persone sotto le insegne dei partiti, dei sindacati, delle associazioni, che hanno sfilato serenamente, del tutto ignare e probabilmente disinteressate alle tensioni nella Piazza simbolo di Milano.
Grande Partecipazione alla Manifestazione del 25 Aprile a Milano: Un Fiume di Persone che Invade la Città
Milano, Italia - Il 25 aprile 2024 resterà nella memoria dei milanesi come una giornata di partecipazione straordinaria, dove il cuore della città è stato invaso da un fiume inarrestabile di persone. Quello che doveva essere un corteo commemorativo si è trasformato in un evento epocale, con oltre 100.000 persone che hanno affollato le strade, trasformando la metropoli lombarda in un palcoscenico di protesta e solidarietà.
Il corteo, che originariamente doveva giungere fino a Piazza Duomo per celebrare il giorno della Liberazione, si è trasformato in un serpentone interminabile che ha lambito i bastioni di Porta Venezia e si è snodato lungo Corso Venezia, riversandosi nelle vie della città con una lunghezza che superava i 2 chilometri. La massa di persone, compatta e determinata, ha reso quasi impossibile raggiungere e concentrarsi nella piazza simbolo di Milano.
Piazza Duomo si è trovata ad accogliere una folla così imponente da risultare impossibile da contenere.
La manifestazione, sebbene originariamente concepita per commemorare la fine della Seconda Guerra Mondiale, ha assunto una connotazione multiforme, abbracciando diversi obiettivi di pace e giustizia sociale. Tra gli slogan e gli appelli che hanno risuonato nelle strade di Milano, spiccavano richieste per un cessate il fuoco globale, con particolare attenzione ai conflitti in corso tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina.
Non solo una giornata di memoria, quindi, ma anche di impegno civile e politico. Tra i manifestanti si levava un coro di voci che chiedevano un cambiamento radicale nella politica nazionale ed europea. Si invocava la partecipazione attiva dei cittadini alle prossime elezioni, per scongiurare il pericolo di un governo che non rispecchiasse i valori di pace, democrazia e solidarietà.
L'invito a votare alle prossime elezioni europee è stato particolarmente sentito, con l'auspicio di un'Europa libera e indipendente, capace di promuovere la pace e il benessere dei suoi cittadini anziché alimentare conflitti e spese militari.
E se Milano ha brillato di luce propria in questa giornata di mobilitazione, non è stata l'unica. Da nord a sud, da est a ovest, le città italiane hanno risposto con entusiasmo e partecipazione a questa chiamata alla solidarietà e al cambiamento.
Il 25 aprile 2024 resterà così impresso nella storia come un momento di grande fermento sociale, un'onda di speranza che ha invaso le strade d'Italia, ricordando a tutti che il futuro del paese è nelle mani di coloro che scelgono di agire per un mondo migliore.
(25 Aprile 2024 - Milano )

giovedì 3 dicembre 2020

M3 fino a Paullo, ma il PD nel 2017 voleva il BRT

 

Abbiamo sempre sostenuto la necessità di questo intervento ( mi fa sorridere una simile affermazione scritta sulla bacheca di facebook in risposta ad un mio commento, perchè ci vuole un bel coraggio, una bella faccia tosta a rinnegare la storia, a rinnegare quel che si è sostenuto, documentato e mai smentito ! ).
 
Per fortuna che questo pezzo di storia non è stato ancora riscritto.
Era il 7 Settembre del 2017. 

Con un titolo fuorviante in realtà si raccontava che la soluzione migliore costi e benefici era quella di una metropolitana leggera, ovvero di un #BRT.
 
Ben venga quindi questo cambio di rotta del 30 Novembre 2020.
 
Ora ok vogliamo tutti la M3 fino a Paullo. Noi anzi i cittadini la vorremmo fino a Crema.
Lottiamo insieme per Dio, ma quello non accetto è essere preso in giro. 
 
Mi disgustano le persone che non hanno nemmeno il coraggio di ammettere che per anni questa loro scelta di non prolungarla e di sostenere la scelta di realizzare corsie preferenziali con un BRT che innalza polveri sottili, ha ostacolato questo progetto vincente di prolungare la gialla fino a Paullo. 
M3 fino a Paullo ma il PD nel 2017 voleva il BRT
 
Abbiamo perso già troppo tempo, basta con le chiacchiere. 
 

Che inizino i cantieri, ma subito !

E che il COVID-19 con tutta la sfiga che ha portato in questo 2020 sia almeno servito a far capire che le polveri sottili e l'inquinamento in genere sono stati il carrier per il trasposto del virus nella bassa padana. Che sia servito di lezione a chi non ha mai considerato negli studi i costi della salute dei cittadini.
 

lunedì 4 maggio 2020

FASE2 - IL DECALOGO _ Appelli ai Comuni Italiani




 

 Il decalogo per ripartire in sicurezza 

Appello ideato da Bicipolitana Network   - N>O>I - BIKEBEE

 

 

IL DECALOGO - Appello ai Comuni Italiani



Esiste un tempo per ogni cosa. Per noi quel tempo era finito da tempo, ma nessuno aveva il coraggio di ammetterlo. Però un giorno la nostra amata Terra ha voluto darci un segnale.
Un colpo forte, di quelli che svegliano testa e cuore. E anche il dolore.
La scossa che solo quando ti viene graffiata l’anima puoi sentire.
Adesso è il momento delle scelte, quelle che l’amore può condurci a comprendere, ma che la vecchia economia potrebbe non volere.
Sta per iniziare il secondo tempo della partita della vita.
Stavolta saremo Noi gli arbitri dei nostri destini.
Bastano piccole grandi decisioni da prendere e da perseguire collettivamente.
Nessuno si salva da solo. Scendiamo in campo. Ora.
L’ Italia intera guarda alla fase 2, quella della ripartenza dopo il lockdown, con molta attesa e speranza. Si potrà ritornare ad una dimensione di socialità, mantenendo le distanze di sicurezza, e con la progressiva ripresa delle attività lavorative e un maggior numero di persone che si sposteranno nelle città e verso le stesse. I mezzi pubblici, e i servizi di bike sharing, car sharing, anche se verranno adottati degli accorgimenti, non garantiranno la necessaria sicurezza.
È arrivato il momento di considerare, per tutti l’utilizzo del solo mezzo di trasporto ecologico che ci garantisce di muoverci velocemente per i nostri spostamenti quotidiani, la bicicletta.
Ognuno deve avere una bicicletta o un monopattino elettrico oppure una cargobike, non solo per l’uso casa-lavoro, ma per andare a scuola, per andare a fare la spesa, per scoprire luoghi a noi vicini, irraggiungibili con qualsiasi altro mezzo di trasporto

La bici, il monopattino elettrico, la cargo-bike sono infatti i mezzi di trasporto che più di ogni altra cosa possono limitare la vicinanza tra le persone, da un lato, e contribuire alla riduzione dell’inquinamento, dall’altro. È questa la giusta miscela, la soluzione che ci permette di ridurre le polveri sottili, che ha detta di esperti possono essere state la causa che ha contribuito al diffondersi del contagio. Non a caso la Lombardia, è la regione più inquinata d’Italia.
Occorre pertanto ripensare gli spazi, con un ampliamento della rete ciclabile, ogni Comune deve garantire la connessione con il Comune confinante, le grandi arterie stradali devono essere ripensate e diventare delle ciclovie, con corsie dedicate alla bicicletta, con segnaletica smart che indichi la distanza tra un punto e l’altro del percorso, una rete di cartelli di Marketing Territoriale.
Ma chi può garantire che la bicicletta privata non sia rubata ? Occorre pensare da subito a sistemi di protezione innovativi, facili da applicare, con un sistema di tracciamento innovativo, con l’utilizzo di app che ci permettano di sapere in tempo reale dove si trova la nostra bicicletta.
Ci sono alcune associazioni che hanno pensato di punzonare la bicicletta con il codice fiscale, ma questo è un sistema primitivo, non garantisce la privacy, e per marchiare la bicicletta occorre recarsi in centri appositi e venire meno alle regole dettate dalla fase 2. Per punzonare la bicicletta, occorre senza ombra di dubbio avere incontri ravvicinati che non ci garantiscono di entrare in contatto con persone infette. La soluzione non può essere questa. Ogni cittadino deve poter mettere in sicurezza il proprio mezzo privato, in modo autonomo. Per fare questo è necessario agire dal basso, ogni nostro #BikePoint esistente sul territorio nazionale e altri che vorranno aderire, saranno dotati di accessori forniti da BIKEBEE per poter mettere in sicurezza la bici, il monopattino, la cargo-bike
È indispensabile in questa fase e anche nel futuro garantire agli esercizi commerciali, di poter riprendere la propria attività, incentivare quindi il consumo al chilometro zero.
Per la bicicletta privata è arrivato il momento di sostituirsi ai mezzi inquinanti, entrare pesantemente nel quotidiano e attuare quella rivoluzione che doveva essere compiuta da tempo e che grazie a questa fase post emergenza #coronavirus, non può più essere rimandata.
Abbiamo preparato un “manifesto”, in accordo con BIKEBEE, una start up Italiana innovativa con
10 punti per ripartire. un appello che Bicipolitana Network e BIKEBEE, rivolgono a tutti i Comuni Italiani
Diffondetelo, rendetelo virale,
I nostri sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi e resistenti. E i vostri ?

I nostri 10 punti



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lunedì 13 maggio 2019

PODCAST: Una città senz'auto... cosa ne pensa Bicipolitana Network ?


Mentre a San Donato Milanese si adottano solo provvedimenti che sembrano unicamente mirati a far cassa o così vengono percepiti dai cittadini e dai commercianti, ovvero la politica del fare con urgenza e velocità solo le strisce blu e frenare inspiegabilmente sulle altre misure che servono al Sud Est Milano, a Rimini l’uso di mobilita alternative viene incentivato con cartelli di marketing territoriale colorati, rastrelliere colorate, adesione al progetto nazionale #bikebee.



Immaginate di poter lasciare a casa l’automobile ed essere al sicuro su piste ciclabili manutenute con cura, pulite e spazzate, visibili e colorate. Utilizzare il mezzo più ecologico che esista e aver la certezza di poterlo legare in sicurezza con rastrelliere ogni 500 metri. Immaginate una città che disincentivi l’utilizzo delle auto in sosta per i non residenti e distribuisca equamente le strisce bianche e gialle insieme alle blu. Immaginate una città dove chi non vuole o non può usare la bicicletta sia incentivato a non usare l’automobile perché può utilizzare mezzi pubblici gratuiti. Questo è il succo dell’intervento fatto da Bicipolitana Network al termine della serata "CITTÀ SENZ’AUTO" organizzata dalla lista di opposizione San Donato Riparte.


Peccato che poi non siano state date risposte, a queste domande e suggerimenti, soprattutto in quanto tempo queste cose avrebbero potuto essere attuate.

L’incarico di concludere la serata è stato offerto, infatti, su un piatto d’oro all’assessore Gianfranco Ginelli, che prendendo il microfono si è seduto in mezzo ai relatori.

Le sue parole testuali sono che non c’è più tempo, faremo, adotteremo, ma come potete vedere anche voi nessun’altra azione correttiva è ancora iniziata dopo oltre un mese dalla realizzazione delle strisce blu, nessuna pista ciclabile esistente è stata manutenuta e ripulita, nessun nuovo mezzo pubblico ha iniziato a circolare.

A tal proposito, è stato detto che i mezzi pubblici esistenti sono più che sufficienti.
I fatti dimostrano ben altro, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini.

Le due velocità nel realizzare cose sono figlie di una politica che oggi è orientata solo a far cassa e non tiene conto delle esigenze rappresentate dai cittadini. Si racconta sempre che tutte le soluzioni alternative verranno realizzate ma non si definisce nessuna tempistica (quando?)

Lo ribadisce anche nei suoi interventi e nelle slides Marco Menichetti durante la presentazione di una città senza auto, usa spesso  “far cassa”.

Lo dimostrano anche le bocciature dei commenti al Biciplan, redatte dalle associazioni e dalla Consulta per la Mobilità Ciclabile, dove l’assessore e Vice Sindaco  Gianfranco Ginelli boccia in pratica i progetti innovativi sottoposti all’amministrazione e siglati già da un patto di collaborazione e da un Bilancio Partecipativo già in parte realizzato e pensato per essere modulare, portati avanti senza interessi da Bicipolitana Network.  (#BIKEPOINT E #MARKETINGTERRITORIALE)

Nel nostro intervento ribadiamo la necessita di intraprendere la strada già adottata da alcune città europee, ovvero una città con mezzi pubblici gratuiti. Questo secondo noi si può fare, basterebbe essere fermi e decisi nell’ impedire che ogni azienda presente nel nostro territorio faccia circolare, inquinando, una navetta privata che porta solo i dipendenti dalla m3 di confine al posto di lavoro.

Tutto questo si può ascoltare nel podcast integrale registrato da RecSando/Bicipolitana Network e che rendiamo qui disponibile.
È chiaramente una politica, quella che oggi sta portando avanti questa amministrazione, che non va nella direzione di disincentivare veramente l’uso delle auto.  È la politica del fare le cose a due velocità; strisce blu disegnate in una settimana e nessuna altra azione sopra descritta fa intendere che gli obiettivi che si vogliono raggiungere non siano quelli che tutti i cittadini stanno aspettando.

Le risposte monodirezionali e non aperte al confronto con i cittadini, la chiusura e la miopia di vedute e i progetti rimasti al palo  da questa amministrazione comunale, non vanno nella direzione di realizzare una città a misura d’uomo, anzi sono un danno per tutto il sud est Milano e che impediscono ai nostri Comuni vicini di poter scegliere di lasciare a casa l’automobile, costretti ad usarla per carenza di mezzi pubblici di trasposto nel Sud Est Milano in tutte le fasce orarie.

Non ci piace quindi lo slogan di questa amministrazione che ama scrivere sui social con l’hastag #avanticosi. Questa politica delle parole e non dei fatti, di cose realizzate a metà non ci trova concordi.

Ci sembra trasparente e doveroso anche informarvi di quello che è avvenuto al termine della serata, al di fuori del Comune.
Al termine della serata alla nostra richiesta, rivolta a Ginelli, di chiarimenti sul perché si stia perdendo cosi tanto tempo per portare a  termine il progetto BikepOint, già in vigore con un patto di collaborazione, frenato solo perché il commerciante che aderisce pur non pagando la tassa di occupazione del suolo pubblico e mettendo una rastrelliera a sue spese, DOVREBBE ESSERE RESPONSABILE CIVILMENTE QUALORA QUALCUNO SI FACESSE MALE INCIAMPANDO NELLA RASTRELLIERA, siamo stati letteralmente scaricati, dicendoci che non siamo collaborativi.  Secondo lui se nel patto non è espressamente scritto, anche se la responsabilità civile in altri Comuni è a carico delle Amministrazioni Comunali, dovremmo rivedere il patto. Dopo quindi 700 giorni di lavoro gratuito portato avanti da Bicipolitana Network, per costruire un sistema di incentivazione all’uso della bicicletta, con vantaggi per i commercianti e mirato ad incentivare il consumo al chilometro zero siamo stati indirizzati all’ Assessore Francesco De Simoni. Il quale dopo la nostra richiesta di incontro, le nostre osservazioni scritte, risponde che non ha ancora avuto il tempo di leggerle e ci contatterà, chiedendoci scusa.

Ma ora ascoltatevi il podcast, è la parte finale la più interessante, i commenti fatti dal pubblico e la conduzione finale fatta da Ginelli.
Personalmente, trovo strano che in una serata di SDR, si sieda tra i relatori e prenda la parola un politico della maggioranza, il quale inizia a raccontare senza fornire risposte, togliendo tempo all’intervento finale di Marco Pagliotta, che a serata ormai conclusa, quando più nessuno tra i presenti si aspettasse che parlasse e inizia ad alzarsi dalle sedie della sala consiliare, prende parola per dire cose che nessuno saprà. (ci scusiamo con Marco Pagliotta per non aver registrato il suo breve intervento)

Noi vorremmo incontrare l’ufficio di SAN DONATO CONDIVISA ma consapevoli delle due velocità, quello che vorremmo aggiungere al nostro patto  di colleborazione è che la responsabilità civile per le rastrelliere sia a carico totalmente del Comune di San Donato, e che il premio assicurativo sia pagato  per sempre con i soldi ricavati dal piano sosta.

PODCAST




Bicipolitana Network  - Fabrizio Cremonesi




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fonte: www.recsando.it e bicipolitana.it

sabato 1 dicembre 2018

Noi vogliamo il BRT ... Bosco Rigenerativo Territoriale


Un Albero è caduto,
due alberi sono caduti,
tre alberi sono caduti,
100 alberi secolari sono caduti.
Un tempo danzavano nel vento,
non vedevano l’ora che arrivasse, per togliersi la polvere di dosso,
per ripulire le foglie.
Forti e robusti danzavano con i loro rami
e il fruscio rieccheggiava nella città

Ora è tutto piatto,
malattie croniche per mancanza di ossigeno
e innalzamento sopra ogni soglia consentita delle polveri sottili

Che bella è la vita,
giri le spalle per un attimo  e BUUUUUUM 
un fracasso abbatte gli alberi per costruire una strada a corsia preferenziale per farci passare un bus ecologico
che con il rotolamento delle gomme innalza polveri sottili.

Alcuni sono felici, si fanno chiamare ambientalisti,
guardano costi e benefici,
...ma lungo quella strada mai nessun albero verrà più ripiantato.

Ora siamo qui,
c’è speranza,
piantiamo 8 albicocchi,
curiamoli per bene,
permettiamo a loro di socializzare,
facciamo che intorno possano crescere tanti altri amici
iniziamo bene questa giornata,
festeggiamo il loro arrivo con un fiocco giallo,
prolunghiamolo di tronco in tronco,
cerchiamo lungo il percorso nuovi amici e arriviamo fino a Paullo.
Se tracciamo una lunga linea gialla,
tutti respireremo meglio,
di albero in albero noi arriveremo a Roma.